10 anni Anniversario della scomparsa del Prof. Pierleone Massajoli, un grande amico e studioso della comunità brigasca e della cultura dei monti del Ponente della Liguria. Sul blog di Trucioli (1a parte + link alla 2a parte)

È ormai prossimo l’anniversario dei 10 anni († 20 10 2011) dell’assenza del Prof. Pierleone Massajoli. Torinese, ma ligure d’adozione, fu studioso e grande conoscitore soprattutto della cultura della terra brigasca. Egli però non fu solo questo perchè, tra i molti interessi, si occupò di cultura e antropologia Americana e India, ed anche di culture di stati singoli come Jugoslavia e Sardegna.
Mi fa quindi piacere tracciare un ricordo del tempo, 10 anni circa, nei quali ho avuto il piacere di conoscere lui e la sua famiglia e l’onore di collaborare con lui alla redazione della rivista R’ Ni d’Aigura (“Il nido d’aquila”, rivista etno-antropologica e linguistica delle culture delle Alpi Marittime, Montane e dell’Appenino Ligure fondata nel 1983) e all’attività dell’omonima omonima Associazione Culturale.


Ricordo come fosse ieri quando, una sera del 1998, gli telefonai chiedendogli se gli avrebbe fatto piacere pubblicare sulla sua rivista alcune mie foto di un viaggio a Triora, Realdo, Verdeggia e della mia escursione a piedi fino alle cime del Monte Saccarello nell’ambito del mio progetto fotografico “Lungo l’Alta Via dei Monti Liguri” (che verrà poi pubblicato sulla guida ufficiale della Camera di Commerico di Genova).

La permanenza a Triora e Realdo mi aveva fatto conoscere posti unici e affascinanti ed anche scoprire una rivista che si occupava di queste zone. Ebbi quindi l’occasione di leggerne un numero e la mia attenzione venne subito attirata dalla semplice grafica in bianco e nero e dalla tipologia ddegli articoli, molti dei quali mi permisero di conoscere a fondo la cultura e le zone che stavo attraversando ed impararne la loro storia.
Egli ne fu entusiasta e mi propose subito di collaborare al Centro Studi della Rivista, se l’avessi gradito, con mie fotografie ed articoli e ringraziandomi per la disponibilità.
Io mi misi a disposizione dedicando una parte del mio tempo, quando libero da impegni, e da allora ci siamo incontrati molte volte sia per qualche gita insieme, sia per impostare gli articoli per la redazione della rivista in quanto, avendo egli saputo che lavoravo nel campo informatico e grafico, gli avrebbe fatto piacere che la riorganizzassi, in chiave un po’ più moderna, sempre restando con la stampa rigorosamente in Bianco e Nero come ormai si erano abituati i molti affezionati lettori. Ed infatti, oltre che alla rivista mi dedicai anche alla realizzazione di un sito (le cui pagine sono ormai oggetto da archivio e con una parte di esso ancora visibile al link con https://web.archive.org/web/20091121010734/http://www.liguri.net/portappennini/rnidaigura.htm# ) e di un blog ( https://rnidaigura.blogspot.com/ ) sempre con l’attenzione di accrescere l’interesse per la rivista ed a supporto dell’attività editoriale e promozionale della stessa.

Ebbi così l’occasione di entrare in contatto con molti poeti e scrittori, storici, disegnatori e fotografi, famosi sia a livello ligure ma anche nazionale ed internazionale. Furono molti gli Autori e le Autrici che contribuirono alla rivista nel corso degli anni, ebbi l’occasione di conoscerne diversi di persona e con alcuni di essi di avere anche il piacere della loro amicizia. Molti interessanti articoli furono pubblicati, come ad esempio di (in ordine alfabetico e mi scuso se ne ho dimenticato qualcuno): Mauro Balma, Werner Bätzing, Maria Antonietta Beringheli, Attilio Giuseppe Boano, Paola Boschieri, Caterina Bottero Marro, Massimo Brizzolara, Enrico Calzolari, Giorgio Casanova, Marco Cassioli, Fabio Costa, Nicola Farina, Luigi Felolo, Ippolito Edmondo Ferrario, Giovanni Ferrero, Guido Ferretti, Werner Forner, Patrizia Gavagnin, Paolo Giardelli, Giovanni Meriana, Jacques Giusto E Jacques Guido, Lorenzo Lanteri, Maurice Mauviel, Sara Medica, Roberto Moriani, Sandro Oddo, Paolo Bruno Olindo, Pastorelli di Briga, Nillo Rebaudo, Diego Rossi, Cristina Sala, Annibale Salsa, Sandro Sbarbaro, Giulia Petracco Siccardi, Gabriella Stanchi e Marina Tranchina.
Ebbi anche l’occasione, oltre che come autore di articoli e fotografie, di impaginare i disegni dei molti artisti collaboratori della rivista. Ogni numero era un po’ una nuova emozione man mano che mi arrivavano, tramite il Prof. Massajoli o via mail gli articoli, i disegni e le foto e soprattutto era importante la composizione della copertina che aveva spesso un disegno a tema montanaro/pastorale inviato quasi sempre dalle artiste Elena Pongiglione o Etta Lanza. Altre opere furono inviate da artisti e disegnatrici come Vanda Chiappero, Desana, Paola Fossati, Pola Lodesani, Niccoli, Paola Pastura, Leo Pecchioni, Ivy Pelish, Sara Pettinari, Ilaria Pilastro, Paola Trebini. Altri contributi particolari furono pubblicati da fotografie e/o notizie dal regista Richard Blank o dal climber Mario Nebiolo. Solo in un’occasione venne pubblicata in copertina una fotografia e per un’altra c’era già pronta un’altra foto ma non ci fu più il tempo per un nuovo numero insieme. Solo in un’occasione venne pubblicata in copertina una fotografia e c’era già pronta un’altra foto, ma non ci fu più il tempo per un nuovo numero insieme.
La rivista era anche l’occasione per la presentazione di libri sulla cultura alpina in generale e di molti dei lavori per la cultura brigasca che lo impegnarono per anni come ad esempio il Dizionario uscito in diversi volumi. Il nome dato ai “Brigaschi” deriva dalla cittadina di Briga Marittima, ora in Francia, da cui emigrarono molti abitanti per ragioni economiche, politiche e forse religiose, tra il XV e il XVI secolo. La rivista aveva, nei primi numeri le diciture “R Nì D’Áigüra“ e “A Vastéra” Uniun de Tradisiun brigasche con il simbolo della “Rosa dei Pastori” che per i Brigaschi è “A rösa di pastùu”.
E questo un motivo ricorrente, intagliato nei collari delle pecore, nelle scatole per il formaggio e della buonissima toma da pecore brigasche che si può trovare anche ad Albenga, o in rappresentazioni in pietra, come portali, chiese, stipiti. Esso rappresenta probabilmente la ruota del sole ed è considerato di buon augurio. Il simbolo era in uso da anni prima che fosse adottato da un partito nazionale, poiché all’epoca non si pensava a registrare i marchi. I paesi Brigaschi sono 2 in Liguria, entrambi in provincia di Imperia: Realdo (Rêaud), frazione del comune di Triora (fino al 1947 frazione di Briga Marittima) Verdeggia (Vërdegia), frazione del comune di Triora. Essi sono 5 nel Piemonte e tutti in provincia di Cuneo: Briga Alta (Briga Àuta) comune composto delle frazioni di Carnino (Carnin) Upega (Üpëga) Piaggia (A Ciagia) Viozene (Viusèna), ed una frazione del comune di Ormea. Altri sono in Francia: La Brigue (fino al 1947 Briga Marittima, dal 1947 al 1976 La Brigue de Nice, in brigasco Ra Briga, in ligure Briga, in piemontese Briga) inclusa la frazione Morignole (fino al 1947 Morignolo, in brigasco Morignoo). In alcuni numeri comparirà nell’intestazione anche la croce occitana, simbolo di appartenenza dei Brigaschi all’identità occitana e legata alla grande famiglia dell’area franco-piemontese.

Tra i viaggi fatti insieme ricordo quando andammo ad Armo, paese montano dell’Alta Valle Arogna in provincia di Imperia, per un concorso di poesia “Pochi ma boi” e la presentazione della rivista. Seguimmo le attività della giornata come la processione della tradizionale Festa della Madonna e conoscendo molte persone del paese. Ricordo un altro viaggio fatto a Mendatica, in occasione della Transumanza, nel quale feci molte foto durante le manifestazioni tradizionali, che vennero poi pubblicate sulla rivista. Mi parlò infine di questo film in corso a Balestrino (Inkheart La leggenda di cuore d’inchiostro) e per il quale voleva farmi conoscere alcuni dei personaggi coinvolti, visto che la produzione era inglese e sapeva che io avevo lavorato a lungo in Inghilterra. Ma non ci fu il tempo, anche perchè in quel periodo ero impegnato nel mio lavoro fotografico che mi portava a viaggiare spesso nel Levante Ligure.
Per un altro viaggio mi fece scoprire molte delle belle zone della Val Roja, anch’esse piene di intrecci culturali a cavallo di Francia e Italia con le storie di paesi divisi dalla guerra e poi dai trattati che li fecero cambiare in diversi casi, lingua e nazione.
Purtroppo il tempo non ci permise di andare insieme a Realdo, il suo luogo “magico” del quale mi parlava spesso e dove amava trascorrere lunghi periodi di svago e di studio, e nel quale avrebbe voluto farmi da “speciale” guida, dato che io avevo esplorato quei luoghi e che lui aveva saputo farmi appassionare a questo particolare Ponente Ligure, anche se poi il mio libro sarebbe stato per l’altro versante della Liguria nelle “Passeggiate a Levante” e che gli sarebbe comunque piaciuto.
Un giorno mi comunicò che non avremmo più avuto occasione di continuare la rivista insieme e mi dispiacque molto al pensiero di quello che poi avrebbe potuto succedere e me ne rattristai molto. Anche per questo suo entusiasmo che mi aveva ormai contagiato ho continuato ad interessarmi alla ricerca della cultura ligure soprattutto dei monti, percorrendoli per molti chilometri e facendo altre molte conoscenze come avrebbe voluto che io continuassi a fare, anche se non più per la sua bella rivista in Bianco e Nero.

> Descrizione con foto sul Blog di Trucioli

> Link a R Ni d’Aigura I miei articoli Le fotografie (estratto dei 10 anni)

> Link alla 2a parte su Trucioli, Blog della Liguria e Basso Piemonte

COLORI PROVENZALI by Enrico Pelos e Rodolfo Predieri (1994) with nature relaxing music

Fotografia: Enrico Pelos – Rodolfo Predieri (Gruppo Fotografico R.E.M)
Testi: Enrico Pelos
Montaggio proiezione dissolvenza incrociata con centralina HW&SW: Enrico Pelos
Musiche scelte: Enrico Pelos e Rodolfo Predieri da brani New Age dell’epoca…

LA STORIA DEI COLORI PROVENZALI
“Canto una fanciulla di Provenza…” Comincia così Mirejo, l’opera di Frederic Mistral che con la vincita del Nobel restituiva dignità alla lingua provenzale (d’Oc).
La Liguria è terradi confine con la Liguria e tra i primi abitanti ci furono i Liguri. Importante nei secoli passati l’influenza delle famiglie genovesi che ebbero proficui scambi con questa regione che influenzò a sua volta una parte della Liguria di Ponente dove ancora oggi si parla la lingua occitana. Terra di incantati scenari colorati dei campi di lavanda, del rosso ocra delle falesie o del verde del Verdon, è la Provenza. La terra di Nostradamus e di Mistral, che ha fatto sognare Petrarca e dipingere Van Gogh
Alcuni viaggi, nell’estate del 1994, nella wonderful Provenza nella più bella stagione. Quella della lavanda che è l’”Anima della Provenza” come ebbe a dire il grande scrittore Jean Giono, di famiglia d’origine piemontese, che proprio a Manosque nacque e morì (1895-1970) e che fu il primo posto nel quale ci fermammo a fotografare. Campi colorati che si estendono a vista d’occhio… L’Abbazia di Senanque con i suoi campi è certamente il “must” per ogni fotografo… Valensole che già il nome la dice tutta… il paese di Gordes in un caldo e assolato pomeriggio…, e poi già che c’eravamo non ci facemmo mancare niente: il Verdon considerato il “Grand Canyon (del Colorado) d’Europa”… La Cave di Les Baux la terra dei primi menestrelli… Roussillion con le sue meravigliose terre d’ocra… il mercato di Folcalquier che con le sue spezie dai mille colori è giustamente rinomato in tutta la Francia… le finestre colorate, i mulini… i tramonti…
“Se ne andò su per Aurnò con la provenza nel cuore. Non si sarebbe più venuto via, vi sarebbe rimasto per sempre…” (Francesco Biamonti).

NOTE TECNICHE
Le fotografie furono realizzate con quella che allora era considerata la migliore pellicola diapositiva per la resa eccezionale dei colori ovvero la pellicola Velvia (Fuji). La proiezione è stata ripresa poi in studio ripreso con videocamera in vhs (che per l’epoca era già ad un buon livello…) che, allora, non disponeva di porte di collegamento digitali per cui la ripresa avvenne direttamente sullo schermo. In quel tempo si riuscivano a fare i primi fotomontaggi digitali (con Ibm 286…) per cui poi il filmato è stato digitalizzato da cui la qualità che non è paragonabile alle conversioni in digitale di oggi. M… e lasciatevi trasportare dal fascino delle immagini e della musica. Buona visione
LE PROIEZIONI
La proiezione venne presentata nell’ottobre del 1994 in una “Serata dell’Audiovisivo” al teatro della società IP grazie alla disponibilità dei soci della sua Sezione Fotografica che misero a disposizione anche il primo hardware e software per la programmazione in automatico della proiezione in sincro con la musica.
Essa venne anche presentata il 4 Novembre in una serata nella prestigiosa sede della Fondazione Giacomo Costa. In quell’occasione la proiezione si avvalse, oltre che di immagini del fotografo Rodolfo Predieri, amico e socio qui citato come co-autore, anche di fotografie del fotografo amico e socio Carmelo Marino e colgo l’occasione per salutare entrambi nel caso arrivassero a “navigare” in questa pagina.

http://www.enricopelos.it
Portfolio https://bit.ly/3rJmztC
Collections https://bit.ly/3cJITiI
Digital Art https://enrico-pelos.pixels.com/collections/digital+arts

“I sing a girl from Provence… “Thus begins Mirejo, the work of Frederic Mistral who, with the Nobel prize, restored dignity to the Provencal language (d’Oc).
Some trips, in the summer of 1994, to the wonderful Provence in the most beautiful season. The one with the lavender which is the “soul of Provence” as wrote the great writer Jean Giono, of Piedmontese origin, who was born and died in Manosque (1895-1970) and which was the first place in which we stopped to photograph. Coloured fields that extend as far as the eye can see … The Senanque Abbey with its fields is certainly a “must” for every photographer … Valensole that the name says it all … the village of Gordes in a hot and sunny afternoon …, and then while we were there we did not miss anything: the Verdon considered the “Grand Canyon (of Colorado) of Europe” … The Cave of Les Baux the land of the first minstrels … Roussillon with its marvellous ocher lands … the Folcalquier market which with its colourful spices is rightly renowned throughout France … the coloured windows, the mills … the sunsets…

Mostra MEDITERRANEO Quadri al Palazzo Ducale di Genova

VAN GOGH Places in PROVENCE The mill of one of his famous paintings with the canal
VAN GOGH Places in PROVENCE The mill of one of his famous paintings with the canal

Sono andato alla mostra “Mediterraneo” a Genova al Palazzo Ducale,perchè grande amante e conoscitore della Provenza e di molti suoi celebri pittori, qui presentati con diversi dei loro famosi quadri, in modo davvero affascinante.
La mia vera sorpresa però non è stata un quadro…

Ho comprato il dvd, giusto come si fa talvolta alle mostre per avere un “ricordo”, ripromettendomi di guardarlo in futuro.

Ebbene, solo in questi giorni ho avuto modo di visionarlo pensando di assistere all’esposizione del solito “catalogo” di “meraviglie multimediali” più o meno interessanti.

E la sorpresa, oltre a scoprire splendidi quadri di pittori quasi “sconosciuti”, è stata il narratore.

Sin dai primi minuti sono stato come “calamitato” allo schermo ed ho fatto un “viaggio” veramente bello e interessante e, seppure veramente lungo, avrei voluto che il dvd continuasse ancora.
Goldin è una di quelle rarissime persone che ascolteresti per ore senza accorgerti del tempo che passa.
Molti complimenti per il grande, impegnativo e bel lavoro.

P.S. Per la mostra su Van Gogh (e Gaugain), che a questo punto non voglio e non posso ovviamente perdere, passerò prima a prendere il dvd in modo da arrivare “preparato” alla mostra ed apprezzare appieno le novità che, anche se ho viaggiato e fotografato nelle terre di Provenza dipinte dal celebre pittore, sono sicuro che il “Narratore” ed anche i suoi eventuali compagni di viaggio (i miei apprezzamenti vanno anche a loro) mi faranno scoprire.

I went to the “MEDITERRANEO” paintings exhibition at the Palazzo Ducale in Genoa, because a great lover and connoisseur of Provence and its many famous painters, presented here with several of their famous paintings, in a very fascinating way.
My real surprise , however, was not a picture …

I bought the DVD, just as sometimes many of us do after seen an exhibitions just to have a “memory “, promising myself to look him in the future.

Well, these days I had the time to watch it and waiting to attend the exhibition as of the usual “catalog” of “multimedia wonders” more or less interesting.

And the surprise, as well as numerous works of painters discovered almost “unknown” was the narrator.

The first few minutes I was like “snapped” to the screen and I made a “travel” really nice and interesting, albeit very long, I would still go on that seen further on.

Goldin is one of those rare people who listen for hours without noticing the time passing by.

Many compliments for the great, challenging and beautiful work.

P.S. For the exhibition of Van Gogh (and Gaugain), which at this point I do not want to lose and I can not, of course, I will first get the DVD so I’ll get “prepared” to fully appreciate the news and shows that, although I have traveled and photographed in the lands of Provence painted by the famous painters, I’m sure the “Narrator” and also its potential travel companions (my appreciation also goes to them) I will find out.

From GENOA to STONEHENGE with a 850 Fiat customized camper…

From Genova to Stonehenge with a 850 Fiat van customized as camper by the author
From Genova to Stonehenge with a 850 Fiat van customized as camper by the author

“So, so you think you can tell Genoa to Stone…
blue skies from England.
Can you tell a green field from a green steel van?
A journey with a lovely girl?
Do you think you can tell?”…

In 1975 I prepared a customized van (an 850 Fiat van customized as camper, quite surely unique in Italy in those times, with diy hidden double bed/sofa, diy wash basin pump, diy 2 fire cooker, fog and emergency lamp etc…) for a long journey with my lovely Rita. We started from Genoa (Liguria) with the falling snow, we crossed France, the Channel to arrive on the white cliffs of Dover in England. We drove then to the ancient and mysterious Stonehenge site…

Nel 1975 preparai un furgone personalizzato (un furgone Fiat 850 preparato come camper, quasi sicuramente unico in Italia a quei tempi, cotruenndo “fai da te” un letto matrimoniale/divano, assemblato un mobiletto contenete un lavello con rubinetto con pompa elettrica a 12V, un cucinino a 2 fuochi, completo di lampade antinebbia e di emergenza ecc . . ) per un lungo viaggio con lovelyRita. Partiti con la neve da Genova (Liguria), abbiamo attraversato la Francia e il Canale della Manica per approdare sulle bianche scogliere di Dover in Inghilterra. Abbiamo quindi proseguito fino all’antico e misterioso sito dalle grandi pietre di Stonehenge…

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