Passeggiate a Levante ora anche in versione eBook readers

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Il lavatoio, luogo pubblico delle necessità quotidiane, era anticamente anche luogo di incontro, scambio di informazioni e conoscenze sulla vita di tutti i giorni delle popolazioni delle città e dei paesi …
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The washing basin, public place for the family daily necessities, it was also in ancient times a place of meeting, exchange of information and knowledge about the everyday life of people in the cities and in the villages …
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Itinerari che passano vicini a luoghi ormai abbandonati… con i lavatoi un tempo luoghi d’incontro… antichi mulini… colonie abbandonate che videro tempi migliori e sorrisi di bambini per i quali si narrano leggende e storie misteriose…
Slideshow https://youtu.be/Rbn_L0_CaAU
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Portfolio https://bit.ly/3rJmztC
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Vuoi delle foto per la tua casa? https://bit.ly/3sPcSLC
Vuoi dei photo-paintings per la tua casa? https://bit.ly/3drukzj
Fotografia: Enrico Pelos – Rodolfo Predieri (Gruppo Fotografico R.E.M)
Testi: Enrico Pelos
Montaggio proiezione dissolvenza incrociata con centralina HW&SW: Enrico Pelos
Musiche: Brani New Age dell’epoca di Hiroki Okano, Michael Brook, Gaia, Yanni e “A Rionda di Cuculli” del gruppo La Rionda.
LA STORIA DELL’ITINERARIO
Il “Sentiero del Pane” era così chiamato per la farina che, macinata nei mulini della Fontanabuona, veniva lungo questo percorso che passava a Tribogna poi fianco delle molte cave di ardesia, attraverso il Passo dei Casetti, le case di Cornua, il valico di Monte Cordona e veniva trasportata poi in città. Il sentiero svolgeva, allora, funzione di scambio economico commerciale tra la Valle Fontanabuona ed il Porto di Genova.
L’Itinerario Colombiano inizia a Terrarossa di Moconesi dove la tradizione vuole abbiano vissuto gli avi di Colombo e si conclude a Quinto dove poi si trasferirono.
Per questa via la famiglia del grande navigatore Cristoforo Colombo scese, mai più immaginando che entro una settantina d’anni si sarebbe conquistata gloria per tutti i secoli… (Gloria oggi messa un po’ in discussione… ma questa è un’altra storia…)
NOTE TECNICHE
Le fotografie furono realizzate con quella che allora era considerata la migliore pellicola diapositiva per la resa eccezionale dei colori ovvero la pellicola Velvia (Fuji). La proiezione è stata ripresa poi in studio ripreso con videocamera in vhs (che per l’epoca era già ad un buon livello…) che, allora, non disponeva di porte di collegamento digitali per cui la ripresa avvenne direttamente sullo schermo. In quel tempo si riuscivano a fare i primi fotomontaggi digitali (con Ibm 286…) per cui poi il filmato è stato digitalizzato da cui la qualità che non è paragonabile alle conversioni in digitale di oggi. Tuttavia le fotografie danno l’idea del lavoro di ricerca storica, ambientale, paesaggistica, e culturale tra case, campi, prati, acque di torrente, antichi mulini, cave di ardesia, veicoli abbandonati, ruderi abbandonati, lavatoi, etc… e quindi lasciatevi trasportare dal fascino delle immagini e della musica. Buona visione
LE PROIEZIONI
La proiezione venne presentata nell’ottobre del 1994 in una “Serata dell’Audiovisivo” al teatro della società IP grazie alla disponibilità dei soci della sua Sezione Fotografica che misero a disposizione anche il primo hardware e software per la programmazione in automatico della proiezione in sincro con la musica.
Essa venne anche presentata il 4 Novembre in una serata nella prestigiosa sede della Fondazione Giacomo Costa. In quell’occasione la proiezione si avvalse, oltre che di immagini dell’ fotografo Rodolfo Predieri, amico e socio qui citato come co-autore, anche di fotografie del fotografo amico e socio Carmelo Marino e colgo l’occasione per salutare entrambi nel caso arrivassero a “navigare” in questa pagina.
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Marsiglia è una località del comune di Davagna, nella Val Bisagno in provincia di Genova. Situata a 553 metri sul livello del mare è meta di partenza per il famoso borgo abbandonato di Canate di Marsiglia, ed è sull’itinerario turistico-religioso della via per l’abbazia di San Fruttuoso.
Il borgo sarebbe stato fondato da persone provenienti da Marsiglia, e dalla più famosa località francese proverrebbe quindi l’origine del nome. Questa località, come molte altre in Liguria, fu oggetto di battaglie napoleoniche ed anche teatro di lotte partigiane durante la seconda guerra mondiale.
Forse proprio per le sue origini, legate forse anche al famoso “Sapone di Marsiglia” (che è in realtà di origini siriane proveniente dall’antica Aleppo e poi diffuso nel Mediterraneo) spiegherebbero una così alta concentrazione di lavatoi in proprozione al numero degli abitanti e delle case e che sono arrivati fino ai nostri giorni.
Qui ne propongo alcuni con vasche di forme rettangolari che sono situati nei pressi della stradina principale.
Molti altri lavatoi con storie e foto molto interessanti situati in Genova che nel genovesato li potete trovare nel bel sito creato dallo scrittore-fotografo Luciano Rosselli al link http://www.lavatoigenovesi.altervista.org/index.html che consiglio a tutti di visitare.
Altri luoghi, paesi, itinerari e passeggiate le trovate descritte con dettagli, foto e cartine su “PASSEGGIATE A LEVANTE” di Enrico Pelos, BLU Edizioni
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Erano 18 anni che desideravo tornare a Canate, da quando cioè l’avevo visitato nel mio trekking lungo l’Alta Via dei Monti Liguri, ed infine sono riuscito a rivederlo.
Il paese è raggiungibile senza problemi. A Canate i prati erano in fiore, nelle case che io ricordavo con mobili vari e con una certo arredo sono rimaste solo qualche botte e qualche bottiglia…
La stradina principale era in ordine con il lavatoio con acqua fresca…
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I had wanted to go back to Canate for 18 years and I was finally able to see this abandoned village again a few days ago as I had visited the place on my trekking along the Ligurian Mountains High Way trail.
The route can be covered without any problems. At Canate the meadows were blossoming, I remembered the houses with various furniture and with a certain setting but only few things remained … some bottles …
The main street was in order with fresh water…
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Canate è una frazione di Marsiglia nel comune di Davagna nell’entroterra di Genova ed e’ abbandonata (semi) da molti anni.
Veniva tramandato, fino a non molti anni fa dalle nonne ai nipoti, che il primo nucleo abitato fosse stato fondato da saraceni in fuga dalla costa e questo spiegherebbe il fatto che non abbia neanche una minuscola chiesetta e che effettivamente qualche discendente avesse dei tratti somatici orientaleggianti.
E’ situato in in piccolo pianoro soleggiato a 550m circa nei pressi del monti Lago e Alpesisa (989 m), lungo l’Alta Via dei Monti Liguri e nelle sue vicinanze scorre il rio Canate che va ad alimentare le acque un tempo incanalate nell’Acquedotto Storico di Genova ed oggi utilizzate dall’ente di ditribuzione dell’acqua di Genova.
Non è mai stato raggiunto da una strada carozzabile e le case furono allacciate alla linea elettrica intorno al 1930. Stupiscono alcune case costruite con particolare cura e con materiali di una certa qualità data la posizione non molto accessibile. Infatti la via più breve, per raggiungere la strada carrozzabile ed i mezzi pubblici a Prato, alla periferia di Genova, passava un tempo per un sentiero denominato dei mille scalini oggi frequentato dagli escursionisti.
Un tempo però molti abitanti andavano a lavorare nel porto di Genova e quindi pur percorrendo ogni giorno due ore per andare e due per tornare, spesso a dorso di mulo, potevano contare su una rendita e quindi permettersi qualche piccola comodità.
Il terreno esposto al sole permetteva lo sviluppo della vite che gli abitanti coltivavano su diverse fasce e infatti è stato possibile trovare damigiane, botti di legno e attrezzi per la produzione del vino. Il borgo aveva quindi anche un forno ed una classe elementare ed ogni famiglia aveva due o più mucche.
Il borgo è stato teatro di rappresaglie durante la seconda guerra mondiale, tanto da essere incendiato, ed e’ stato abbandonato dagli ultimi abitanti alla fine degli anni 50 allorquando Marsiglia, raggiungibile a piedi nel bosco, venne raggiunta dalla strada asfaltabile e da una corriera.
Informazioni storiche da:
– Felolo Luigi, “I turchi di Canate”, R Ni d”Aigura, Genova, nr. 20, Luglio – Dicembre 1993
– Fezzardi Marco “Monte Bano, molte storie. Guida ai villaggi abbandonati alle spalle di Genova”, Ed. Grafiche G7, 2004
“Da qui messere si domina la valle
Lascia lente le briglie del tuo ippogrifo, o Astolfo, e sfrena il tuo volo dove più ferve l’opera dell’uomo.”
(BMS)
Paese abbandonato della Val Fontanabuona, (Liguria)
Il lavatoio, luogo pubblico delle necessità quotidiane, era anticamente anche luogo di incontro, scambio di informazioni e conoscenze sulla vita di tutti i giorni delle popolazioni delle città e dei paesi …
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UN TEMPO PUNTO DI SOSTA PER BERE… (Paesi abbandonati di Val Noci)
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Once a resting point for drinking…
(Abandoned villages in the Noci Valley area)
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Caiasca è una piccola e amena località nei pressi del lago di Val Noci, ai piedi del monte Bano, nel comune di Montoggio.
Il piccolo truogolo-lavatoio è sul piazzalino all’uscita del paese e all’inizio della sterrata che porta ad alcune piccole frazioni, alcune delle quali oggi abbandonate.
Si può andare inoltre sulla cima del monte Bano, dal quale si ha una ampia vista panoramica sulla Val Noci, su molte valli del genovesato, sul mare e sui alcuni monti del Piemonte.
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Caiasca is a small and pleasant village near the lake of Val Noci, at the foot of Mount Bano, in the municipality of Montoggio.
The small-washbasin is on the outskirts of the village and at the beginning of road that leads to some small villages, some of which are now abandoned.
You can also go on top of Mount Bano, from which you have a panoramic view over the Val Noci, and many Genoese valleys, the sea and some mountains of Piedmont.
Questa e tante altre foto con storie molto interessanti sui lavatoi di Genova e del genovesato le potete trovare nel bel sito creato dallo scrittore-fotografo Luciano Rosselli al link http://www.lavatoigenovesi.altervista.org/index.html che consiglio a tutti di visitare.
Pentema è situato nella Val Pentemina, ed il suo lavatoio è situato all’inizio di uno degli ingressi del paese. È una frazione di Torriglia ed alcune sue zone fanno parte del Parco naturale regionale dell’Antola. Esso è diventato famoso, a livello internazionale, per il suo presepe che si svolge lungo le vie del borgo e che permette di “incontrare” molti dei personaggi tipici di un tempo che vivevano e lavoravano nei paesi dell’entroterra genovese e ligure. Il presepe si può visitare ogni anno, per diversi giorni, durante le festività natalizie. I personaggi sono ricostruiti fedelmente da artisti volontari della zona e sono a grandezza d’uomo, ecco perchè è possibile fotografare il lavatoio con le donne di un tempo che facevano il bucato. Il vecchio lavatoio è composto da due vasche separate, generalmente una era usata per insaponare e l’altra per sciacquare e, a quel tempo, si dovevano concordare dei turni per poterlo utilizzare. Durante il periodo natalizio può anche capitare che cada la neve rendendo così il paese stesso tutt’insieme un presepe a grandezza naturale.
Pentema is located in Val Pentemina, and this wash basin is situated at one of the entrances of the village. It is part of Torriglia and some of its areas are part of the Regional Antola Natural Park. It has become famous internationally for his crib that takes place along the streets of the village and that allows you to “meet” many of the typical characters of the past who lived and worked in the villages of Genoa and Liguria . The crib can be visited every year for several days, during the holiday season. The characters are faithfully reconstructed by artists and volunteers in the area and are man-sized, that’s why you can photograph the wash with the women of the past who did the laundry. The old wash basin consists of two separate pools, one was generally used for lathering and the other for rinsing and at that time, the women had shifts to use it. During the Christmas season it can also happen that the snow fall thus making the village all together a same-size nativity scene.
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Lungo la passeggiata/escursione che da Bavastrelli (901 m s.l.m.) porta al monte Antola (1597 s.l.m.) si incontra questo abbeveratoio/lavatoio situato poco prima dell’attraversamento del Rio Buccaiusa (o Boccaiosa) nei pressi della fontana e della casa omonima. L’itinerario si snoda in mezzo a vasti terrazzamenti che erano un tempo coltivati ed oggi sono utilizzati per il pascolo con una bella vista sul lago del Brugneto. Si attravera poi una bella faggeta e si arriva al nuovo rifugio del Parco dell’Antola e quindi sul monte che da il nome al comprensorio del parco.
Along the walk/hike from Bavastrelli (901 m above sea level) leads to Mount Antola (1,597 m asl) meets this watering place/wash basin located just before the crossing of the Rio Buccaiusa (or Boccaiosa) near the fountain and the house of the same name. The route goes through vast terraces that were once grown and today they are used for grazing with a beautiful view of the lake Brugneto. It crosses then a beautiful beech forest and you can arrive at the new Antola Park shelter and then on the top of the mountain that gives its name to the park area.
Queste e tante altre foto con storie molto interessanti sui lavatoi di Genova e del genovesato
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Bavastrelli è all’inizio di uno degli itinerari che portano in cima al monte Antola nel Parco Naturale Regionale del monte Antola. La località si trova nei pressi del lago del Brugneto ed è raggiungibile da Torriglia o da Montebruno.
Proprio all’inizio del paese e dell’itinerario, in una piazzetta con posteggio, si trova questo lavatoio. Essi venivano costruiti, nei piccoli centri di campagna, all’inizio degli itinerari in modo da consentire la sosta e l’approvviginamento dell’acqua per gli uomini e gli animali che dovevano affrontare le mulattiere che collegavano i centri tra le diverse valli. I lavatoi/abbeveratoi erano anche punti di incontro e scambio di informazioni sia per gli abitanti del paese che per i viandanti.
Inizialmente costruiti in pietra vennero sostituiti da parti in cemento e il Parco, proprio per conservane l’importante memoria storica, ne sta curando il censimento e il restauro anche perchè, alcuni di essi, sono oggi importanti anche per l’habitat naturale e animale della zona.
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Bavastrelli is the beginning of one of the routes that lead atop Mount Antola in its Regional Natural Park. The village is located near the Brugneto lake and can be reached by Torriglia or Montebruno.
Right at the beginning of the country and of the route, in a small square with parking places, there is this wash. They were built in small villages in the countryside, at the beginning of the routes in order to allow the stop and the water supply for men and animals that were facing the mule tracks that connected the centers between the different valleys. The wash basins were also points of contact and exchange of information for both the inhabitants of the country for travelers .
Initially built of stones they have been restoured with concrete parts and the Park Authority, just for the preservation of these important historical memory is taking care of the census and the restoration also because some of them are now also important for the natural habitat of the animal and the area.
Queste e tante altre foto con storie molto interessanti sui lavatoi di Genova e del genovesato
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