La passeggiata, dedicata ad Anita Garibaldi, è nota con il nome di “Passeggiata di Nervi”. Essa è un importante luogo turistico di Genova che vanta, anche in inverno, un clima quasi sempre mite. Si svolge lungo un percorso particolare e unico, costruito in gran parte sulle rocce della scogliera a picco sul mare, e permette un rilassante e facile itinerario immersi nella natura, nel paesaggio. Si arrivare anche in treno e si cammina fino alla stazione di Sant’Ilario, resa celebre da una famosa canzone del grande cantautore genovese Fabrizio de André.
The walk is dedicated to Anita Garibaldi but is commonly known as the “Nervi walk”. It is an important tourist spot of Genoa where even in winter time the climate is almost always quite mild. It is built along a particular and unique rocks cliff formation and it allows a relaxing and easy route immersed in the nature and in the landscape. You can arrive there also by train and to walk to the station of Sant’Ilario, which was made famous by a song by Fabrizio de André the great Genoese singer-songwriter.
Camminavo nei giorni scorsi lungo la bella passeggiata Anita Garibaldi di Nervi per qualche interessante inquadratura fotografica e sono arrivato qui davanti…
Era un po’ di tempo che non andavo a Nervi e mi è venuto in mente, parafrasando la famosa canzone del grande cantautore De André, che questa del famoso ristorante Marinella, era una storia bella…
Costruito agli inizi del ‘900 venne poi trasformato in edificio razionalista dall’architetto Nicoli di Milano nel 1934, che volle rappresentarlo come una nave sulla scogliera e per tanti anni è stata una bella meta per cittadini e turisti in uno dei posti più belli di Genova.
Non è più in funzione da anni ed è entrato ormai di diritto nella categoria dei Luoghi Abbandonati … l’augurio, per l’anno prossimo, è che non ci rimanga per molto…
(una curiosità: è a poche centinaia di metri di distanza dall’altrettanto famosa Stazione di S. Ilario della canzone “Bocca di Rosa” sempre di De André… https://enricopelos.wordpress.com/2013/08/06/la-stazione-di-santilario/ )
I walked in recent days along the beautiful Anita Garibaldi promenade placed in Nervi (Genoa) to look for some interesting photos and I arrived here …
I hadn’t gone to Nervi for a quite while and it occurred to me, to paraphrase a famous song by the great Italian songwriter Fabrizio De André, of this story telling about the famous restaurant called Marinella, along the Anita Garibaldi walk in Nervi which was a beautiful story …
Built in the early ‘900 it was then transformed into a rationalist building by the architect Nicoli from Milan in 1934, who wanted to represent it as a ship on the reef …
It hasn’t worked for many months and it is now in the category of the Abandoned Places … the hope, for the next year, is that it will go out soon…
(a curiosity: the place is just a few hundred meters away from the famous railway Station of Sant’Ilario which is also mentioned in the famous Fabrizio De André song “Bocca di Rosa”… https://www.facebook.com/466043970185353/photos/a.466674136789003.1073741827.466043970185353/550667271723022/?type=1&theater )
“L’angelo scese, come ogni sera,
ad insegnarmi una nuova preghiera:
poi, d’improvviso, mi sciolse le mani
e le mie braccia divennero ali”
(Fabrizio De André)
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“The angel came down, like every night,
to teach me a new prayer:
Then, suddenly, he loosed my hands
and my arms became wings”
CANTAUTORI GENOVESI Negli anni ‘60, quando l’Inghilterra (ma non solo), impazziva per i Beatles, a Genova, la mia città, si stava affermando la cosiddetta “scuola dei cantautori genovesi”…
Questo termine era stato dato ad un gruppo di giovani appassionati di Genova, della città, delle sue strade, dei suoi abitanti e delle sue caratteristiche.
Questi giovani volevano fare i “cantautori” e ci riuscirono. Tra questi c’era colui il quale sarebbe diventato il più famoso, il più bravo, il più amato: Fabrizio De Andrè… l’attore-autore Paolo Villaggio… Bruno Lauzi… New Trolls… Bambi Fossati…
A PAG 39 DI “MEMORIE BEATLESIANE e dintorni” di Rita Tunes & Enrico Pelos #memoriebeatlesiane #beatles #EnricoPelos #Liguria Fabriziodeandre #Staglieno #PaoloVillaggio #BambiFossati #NewTrolls #RitaTunes #Beatbox
GENOESE SONGWRITERS In the ’60s, when in England (but not only), people went crazy about the Beatles, in Genoa, my hometown, the so-called “school of songwriters Genoese” … was taking place
This definiton was given to a group of young fans from Genoa, the city, its streets, its people and its features. These young people wanted to be “singer-songwriters” and they made it. Among them was the one who would become the most famous, the best, the most loved: Fabrizio De Andrè … the actor-author Paolo Villaggio … Bruno Lauzi … New Trolls … Bambi Fossati …
ON PAGE 39 OF “MEMORIE BEATLESIANE e dintorni” (BEATLESIAN MEMORIES… )” by Rita Tunes & Enrico Pelos #Beatlesmemories #Beatbox #beatles tribute band
if you want to know more read the book at the following links
“Non chiedete a uno scrittore di canzoni che cosa ha pensato, che cosa ha sentito prima dell’opera: è proprio per non volervelo dire che si è messo a scrivere. La risposta è nell’opera.” Fabrizio De Andrè
“Do not ask a songwriter what he thought, what he felt before the work:it is that he didn’t want to say it that he began to write.
Questa stazione, un tempo funzionante, è diventata famosa grazie alla celebre canzone di Fabrizio De André “Bocca di rosa”. (Oggi è una residenza privata)
Lungo la salita, che proviene da Genova-Nervi Capolungo e conduce alla ferrovia, è installata una piccola bacheca con dei bei versi del bravo cantautore genovese Max Manfredi.
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This station, once running, became famous thanks to the famous song by Fabrizio De André “Bocca di rosa”. (It is now a private residence)
Along the small stairs, which come from Genoa-Nervi Capolungo and lead to the railway, there is a small hommage with beautiful verses by the clever Genoese singer-songwriter Max Manfredi.
Crêuza de mä vuol dire, generalmente in ligure, stradina stretta che porta al mare. Queste stradine (nella fotografia una della costa del Golfo Paradiso lungo una delle Passeggiate a Levante), o vicoletti, o viuzze sono diffusissime in tutte le cittadine e i paesini della costa ligure. Spesso ripide si percorrono in genere a fianco di case dipinte in modo colorato “alla ligure” e portano, in molti casi, in non molti minuti a piedi dal mare ai monti superando anche dislivellli elevati.
Il nome è anche il titolo di un famoso disco dell’indimenticabile cantautore Fabrizio de André che contrariamente alle aspettative dei critici che pensavano non avrebbe avuto un buon riscontro in quanto in lingua dialettale ligure, ebbe invece un grande successo diventando una pietra miliare musicale e la prestigiosa rivista Rolling Stone lo ha messo al 4o posto della classifica dei migliori 100 album italiani.
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Creuza de mä means, generally in Liguria, narrow road leading to the sea. These narrow streets (in the photo one in the Paradise Gulf along one of the itineraries along Eastern Liguria walkings&hikes) or alleys, are widespread in all the towns and villages along the Ligurian coast. Often you travel generally steep side of houses painted in the typical “Ligurian color” and lead, in many cases, in a not many minutes walk from the sea to the mountains path and tops.
The name is also the title of a famous record of the unforgettable singer and song writer Fabrizio de André which contrary to the expectations of critics who thought it wold not have a good response been all in the Ligurian dialect, become instead a great success and a milestone in Italian music and the prestigious Rolling Stone magazine has placed fourth in the rankings of the top 100 Italian albums.
Questo angelo dal fascino ambiguo, androgino, è la statua, di Staglieno, più famosa nel mondo. È un opera dello scultore Giulio Monteverde (Bistagno, Alessandria, 1837 – Roma 1917), allievo del Varni, del 1882. Un angelo inquietante veglia sulle spoglie del defunto in modo quasi assente, meditabondo e misterioso con uno sguardo magnetico verso il nulla, o l’infinito. Un simbolo che farà di Monteverde uno dei precursori del Simbolismo soprattutto quello della corrente della “cultura del mistero” dei preraffaelliti inglesi ben riconoscibili nei tratti espressivi ma sapientemente allusivi. E infatti dell’angelo rimane anche difficile stabilirne con certezza il sesso, forse una preoccupazione per molti, ma l’opera è talmente bella e affascinante che é tanto più misteriosa anche per questo dubbio. Venne comissionata da Francesco Oneto un ricco commerciante della borghesia genovese nonchè banchiere della classe borghese.
La statua vanta innumerevoli copie alcune delle quali eseguite dallo stesso Monteverde ed è stata copiata in molti cimiteri di fede cattolica. Nota:Una fotografia di questa statua è stata pubblicata sul libro PASSEGGIATE A LEVANTE di Enrico Pelos inserita in un itinerario descrittivo che permette di entrare nel Cimitero Monumentale di Staglieno e di visitare alcune delle tombe più famose con notizie, cartina e informazioni.
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This angel with ambiguous charm is the most famous statue, of Staglieno, in the world. It is a work of the sculptor Giulio Monteverde (Bistagno, Alexandria, 1837 – Rome 1917) , a pupil of Varni, 1882. An angel watches over the remains of the deceased in an almost absent, mysterious with a magnetic look at nothing, or infinity. A symbol that will make Monteverde a precursor of Symbolism especially the one of the current “culture of the mystery ” of the English Pre-Raphaelites in expressive features easily recognizable but cleverly allusive. In fact, the angel is also difficult to determine with certainty the sex, for many concerns, but the work is so beautiful and charming and all the more mysterious for this question. This work was commissioned by Francesco Oneto a wealthy merchant of the bourgeoisie as well as banker.
The statue has many copies of which some were executed by Monteverde and has been copied in many cemeteries of the Catholic faith. Note : A photograph of this statue has been published in the book PASSEGGIATE A LEVANTE by Enrico Pelos which include an itinerary that allows you to enter in the Staglieno Monumental Cemetery and visit some of the most famous tombs with news, map and informations
La Statua della Fede – The Statue of Faith
La Statua della fede (o della Religione) è una scultura di Santo Varni (1807-85). E’ al centro del cimitero di Staglieno, dietro l’ingresso principale. Sorge dove un tempo c’era solo un grande prato ed è alta 9 metri. Con una mano sorregge una grande croce e nell’altra un libro sacro.
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The Statue of the Faith (or Religion ) is a sculpture of Santo Varni (1807-85) and is 9 meters high. It is in the center of the Staglieno cemetery, behind the main entrance. It was Built where there was once a large lawn and is 9 meters high. With one hand holding a large cross and a holy book in the other one.
Il Campo dei Mille – Camp of the 1000
Il Campo dei 1000 è riservato ai resti di numerosi garibaldini che parteciparono alla spedizione, molti dei quali erano liguri. La partenza avvenne nel 1860 dallo scoglio di Quarto di Genova per sbarcare a Marsala in Sicila ed è uno degli episodi più importanti del Risorgimento. Anche colui che li guidò nell’impresa Giuseppe Garibaldi era ligure in quanto Nizza era italiana ma oggi appartiene alla Francia.
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Camp of the 1000 is reserved for the remains of the many who participated in the expedition, many of whom were from Liguria. The departure took place in 1860 from the rock of Quarto in Genoa to arrive at Marsala in Sicily and is one of the most important events of the Risorgimento. Even the man who led them in the enterprise was from Liguria as Giuseppe Garibaldi was born in Nice that was Italian but now belongs to France .
La tomba dei famosi attori genovesi Gilberto e Rina Govi – The tomb of the famous Genoese actors and Gilberto and Rina Govi
Gilberto Govi era nato a Genova il 22 10 del 1885 (Genova, 28 4 1966) attore famoso e fondatore del teatro dialettale genovese è uno dei simboli della città di Genova. Era conosciuto anche come “La maschera e il volto” perchè era bravissimo nell’impersonare in modo caricaturale personaggi tipici liguri ma non solo. Sua moglie Rina anch’essa apprezzata attrice è morta a Genova e sepolta con lui.
Tra le opere più famose sono da ricordare “I manezzi pe majâ na figgia”, “Pignasecca e Pignaverde”, “Colpi di timone”, “Gildo Peragallo, ingegnere” e fece anche film per il cinema.
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Gilberto Govi was born in Genoa on 22 10 of 1885 (Genoa, 1966 28 4) famous actor and founder of the Genoese dialect theater is one of the symbols of the city of Genoa. He was also known as “The mask and the face” because he was so talented to express caricatured characters of the typical Ligurian but not only. His wife Rina also appreciated actress died in Genoa and she now near him.
Among the most famous works are to remember “”I manezzi pe majâ na figgia”, “Pignasecca e Pignaverde”, “Colpi di timone”, “Gildo Peragallo, ingegnere” and he was also a movie actor.
La tomba di Caterina Campodonico, la “Signora delle noccioline” – The tomb of Catherine Campodonico, the “Lady of the nuts necklaces”
La tomba di Caterina Campodonico, più universalmente conosciuta come quella della “Signora delle noccioline” (o anche della “Paisana” o della “Popolana”) è commissionata direttamente da lei stessa allo scultore Lorenzo Orengo (Genova 1838 -1909) che la scolpì nel 1881. E’ famosa anche l’epigrafe scritta dal poeta Giambattista Vigo in dialetto genovese:
A sôn de vende ræste e canestrelli
All’Æguasanta, a-o Garbo, a san çeprian
Con vento e sô, con ægua zù a tinelli,
A-a mâe vecciaia pe asseguaghe ûn pan;
Fra i pochi södi, m’ammuggiava quelli
Pe tramandame a-o tempo ciù lontan
Mentre son viva, e son vea portoliann-a:
Cattainin Campodonico (a Paisann-a)
MDCCCLXXXI
Da questa mâe memoia, se ve piaxe,
Voiatri que passàe preghaême paxe.
A forza di vendere collane di noccioline e dolci
all’Acquasanta, al Garbo e a San Cipriano,
con il vento e con il sole, con l’acqua che vien giù a catinelle,
per assicurare il pane alla mia vecchiaia;
fra i pochi soldi, mi ammucchiavo quelli
per tramandarmi al tempo più lontano
mentre son viva, da autentica abitante di Portoria 1:
Caterina Campodonico (la Paesana)
1881
Da questa mia memoria, se vi piace,
voialtri che passate, auguratemi pace.
1 Quartiere genovese
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The tomb of Catherine Campodonico, more generally known as the “Lady of the nuts necklaces” (or even the “Paisan”) was commissioned directly by herself to the sculptor Lorenzo Orengo (Genoa 1838 -1909 ) which made the statue in 1881. It is also famous for the inscription written by the poet Giambattista Vigo in Genoese dialect :
By selling necklaces of nuts and sweets
in the streets of Acquasanta, Garbo and Saint Cipriano,
with the wind and the sun, with water coming down in buckets,
to ensure the bread in my old age;
among the few money I’ve piled up those
to pass the time as far
while I am alive, an authentic inhabitant of Portoria
Caterina Campodonico (The Paisan)
1881
From my memory, if you like,
you people that pass by, wish me peace.
La tomba di Mary Constance Lloyd moglie di Oscar Wilde. – La tomba di Mary Constance Lloyd moglie di Oscar Wilde.
Constance Mary Lloyd, nacque a Dublino il 2 gennaio 1859 e morì a Genova il 7 aprile 1898. Fu una scrittrice e giornalista amante della letteratura italiana ed è famosa per essere diventata la moglie del famoso dandy. Dopo le note vicende legate al suo matrimonio decise di venire a vivere in Liguria con i figli dove morì.
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Constance Mary Lloyd, was born in Dublin January 2, 1859 and died in Genoa April 7, 1898. She was a writer and journalist, lover of Italian literature and is famous for becoming the wife of the famous dandy . After the known events related to her marriage she decided to come and live with their childrens in Liguria, where she died.
Le Tombe dei Caduti di Guerra Inglesi e Alleati della 2a Guerra Mondiale – The War (IIWW) graves of British and Allied Armies
Aligned with their white marble the War graves of fallen British and Allied forces who fought on Italian soil during the Second World War.
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Allineate con i loro marmi bianchi le Tombe dei Caduti Guerra Inglesi e delle forze Alleate che hanno combattuto sul suolo italiano durante la Seconda Guerra Mondiale.
La Tomba del famoso cantautore Fabrizio de Andre’ e la sua chitarra. – The Tomb of the famous singer-songwriter Fabrizio De Andre’ and his guitar.
Fabrizio De André (Genova, 18 febbraio 1940 – Milano, 11 gennaio 1999) è stato il più grande cantautore italiano. Alcune delle sue canzoni-poesie sono ormai entrate nella letteratura italiana e le sue canzoni sono nei repertori di artisti di tutto il mondo. Cominciò traducendo e interpretando alcune famose canzoni di Bob Dylan di Leonard Cohen e di Georges Brassens scrisse insieme all’amico e famoso comico Paolo Villaggio (Fantozzi) alcune celebri canzoni (Carlo Martello).
Nato in una famiglia dell’alta borghesia genovese ha spesso cantato – forse per reazione e insofferenza alla sua condizione di persona agiata senza problemi apparenti – le vite di emarginati umili e oppressi. Sposatosi con una signora genovese e poi con la cantante Dori Ghezzi ha avuto due figli Cristiano e Luvi, che portano avanti, in maniera diversa, le sue canzoni.
Tra i suoi dischi anche molte canzoni in dialetto ligure, sardo e napoletano che sono diventate famose anche al di fuori delle singole regioni di appartenenza. Molte sono le strade a lui dedicate in molte città e paesi italiani.
I titoli dei suoi LP/CD più belli sono: “Tutti morimmo a stento” (1968), “Non al denaro, non all’amore né al cielo” (1971), “Crêuza de mä” (viuzza, stradina di mare, 1984)
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Fabrizio De André (Genoa, February 18, 1940 – Milan, 11 January 1999) was the greatest Italian singer-songwriter. Some of his songs have become poems in the Italian literature, and his songs are in the repertoires of artists from around the world. He began translating and interpreting some of the popular songs of Bob Dylan to Leonard Cohen and Georges Brassens and together with his friend the famous comic Paolo Villaggio (Fantozzi) wrote some famous songs (Charles Martel).
Born into an upper class family from Genoa has often sung – perhaps in reaction to his condition of wealthy man with no apparent problems – the life conditions of marginalized and oppressed humble. He married a lady of Genoa and then the singer Dori Ghezzi and had two sons Christian and Luvi, that carried on in a different way, his songs.
Among his records many songs are in the dialect of Liguria, Sardinia and Neaples who have become famous even outside of the individual regions of origin. Many roads are dedicated to him in many Italian cities and towns.
The titles of his most beautiful LP are: “We all died barely” (1968), “No to money, no to love, nor to the sky” (1971) , “Crêuza de mä” (tipical narrow street to the sea, 1984)
Itinerario al Cimitero Monumentale di Staglieno (dal libro Passeggiate a Levante)
Un’amica, Lilli, lontana da anni da Genova, ascolta la canzone “Inverno” di Fabrizio de Andrè e mi scrive:
…”amo tutte le canzoni di De Andrè e penso che siano indimenticabili, vera poesia!!!
Ho visto le tue foto sono molto belle…I nostri monti aspri e ventosi…ma la cosa più bella, che mi manca di più, è l’orizzonte. Quando sono andata a vivere a Milano c’era qualcosa che mi opprimeva più del caos della città, più del rumore, del grigiore e della solitudine: era la mancanza di prospettiva, la chiusura dell’orizzonte visivo che si esauriva nella fuga di un viale, nelle masse dei palazzi, nel circolo di una piazza. Era come stare in una scatola e non vedere fuori. Ero abituata, nella nostra ariosa Genova, a un cambio continuo delle prospettive e a spaziare lontanissimo con lo sguardo verso il mare…Puoi camminare chiuso nei vicoli aspettando il momento in cui scorgi l’azzurro, puoi appostarti sugli scogli per sentire messaggi portati dal vento, puoi arrampicarti su qualche bricco per avere la città ai tuoi piedi e davanti l’infinito..e ti senti libero…per un momento…”
Risposta:
Che dire? Hai già detto tutto tu. Questa è una poesia. Il titolo? Ovvio:
Genova
…
un cambio continuo delle prospettive
lo spaziare lontanissimo con lo sguardo verso il mare.
Il camminare chiuso nei vicoli
aspettando il momento in cui scorgi l’azzurro,
l’appostarti sugli scogli per sentire
i messaggi portati dal vento,
l’arrampicarti su qualche bricco per avere
la città ai tuoi piedi
e davanti
l’infinito..
e ti senti libero…
per un momento…
In questo gruppo, che era proprio un gruppo di “quattro amici al bar” come dice Paoli e del quale faceva parte, c’erano anche Bruno Lauzi (nato in Eritrea, ma cresciuto a Genova) che controcorrente si definiva liberale ma da fine osservatore già scriveva allora “Arrivano i Cinesi” e la bella “Amore caro Amore bello”. Collaborò fino a poco prima di morire anche con gli attuali Buio Pesto. C’erano anche Umberto Bindi e Luigi Tenco, anche se egli era di Ricaldone in Piemonte. In misura diversa c’era anche Paolo Conte che scrisse “Genova per noi” per i piemontesi. Prima di loro già facevano parte di questo gruppo Natalino Otto ed in misura minore Joe Sentieri,.
Oggi quella vena artistica è un po’ offuscata ma ci sono dei cantatutori famosi come Ivano Fossati che continuano su questa tradizione e negli ultimi tempi si è affermato in modo importante Max Manfredi che è proprio con de Andrè alla “Fiera della Maddalena” e che proprio da lui venne designato come “erede”.
Ci sono altri a continuare la tradizione, tra questi: Federico Sirianni, Sergio Alemanno e il noto Francesco Baccini. In questo contesto hanno avuto anche grande importanza diverse band genovesi come i New Trolls o i Ricchi e Poveri e i Matia Bazar ma questa … mi sono già dilungato fin troppo… in fondo…. è un’altra storia.
Per approfondire:
“Via della povertà” Fabrizio De André canta la cover di Desolation Row di Bob Dylan
Bruno Lauzi nelle canzoni scritte da Battisti-Mogol
e molti, molti altri… cercate gente cercate… (sul web)
I “cantautori genovesi” cantavano, già in quegli anni e quasi in sordina, il boom economico e le sue contraddizioni, il capitalismo con i suoi valori forse non del tutto positivi, la storia, la politica, partendo dalla tradizione anche francese di protesta sul “grotesque” (Brassens) o affidandosi alla vena malinconico-intimistica del grande Leonard Cohen (Suzanne con Giovanna d’Arco lato-B traduzione “Joan of Arc”1972, It seems so Long Ago) o la protesta di Dylan.
Io abitavo allora a pochi decine di metri di distanza dalla sua casa, dove provava le canzoni accompagnandosi con la chitarra. Una cara amica di allora mi descrisse, con fare un pò sorpreso, questi “suoni” che provenivano dal “vicino” della sua abitazione. Certo allora, non immaginavo chi sarebbe diventato anche se io avevo già comprato qualche suo LP che, essendo allora studente, mi costavano un capitale. Altro che mp3 in “free” download!
Negli anni 60, quando l’Inghilterra (ma non solo), impazziva per i Beatles, a Genova si affermava la cosiddetta “scuola dei cantautori genovesi”.
Questo termine era stato dato ad un gruppo di giovani appassionati di Genova, della città, delle sue strade, dei suoi abitanti e delle sue cose. Con pregi e difetti.
Questi giovani volevano fare i “cantatutori” ed alcuni ci riuscirono bene, anzi si può ben dire che tra questi c’era quello che sarebbe diventato poi il più famoso, il più bravo, il più amato: Fabrizio De Andrè (non me ne vogliano i Gucciniani che lo metto subito dopo… ma venne anche dopo…) oggi oggetto di tesi, studio nelle scuole, quasi “beatificato”.
Chissà se a lui sarebbe poi piaciuto.
Da quel gruppo sarebbe anche venuto fuori uno dei più grandi comici: l’attore-autore Paolo Villaggio, che con De Andrè scrisse da giovane la “goliardica” e per allora un pò “azzardata” canzone di Carlo Martello (Volume I, 1967, Carlo Martello Ritorna Dalla Battaglia Di Poitiers) che arriverà, sempre attuale, fino ai giorni nostri.
La “Bocca di rosa” che ben altro scandalo (per allora) avrebbe poi creato era sempre di quell’anno.
Genova era insomma una fucina di talenti, chissà forse sarà stata l’aria del mare.