Passeggiate al Ponente LE CARTOLINE DI RAINER KRIESTER A GIOVANNI MERIANA pubblicate da Enrico Pelos (2008)

 
Lo scrittore Giovanni Meriana, grande conoscitore della terra di Liguria, delle sue storie e delle sue genti, non ha bisogno di presentazioni e lascio ai lettori e navigatori l’eventuale ricerca approfondita sul web. Rainer Kriester (Plauen, 12 giugno 1935 – Vendone, 14 maggio 2002) è stato invece un grande scultore nonché professore a Berlino. Aveva scelto una collina circondata dai monti di Liguria il docente e scultore tedesco, nato nella Germania Est. Egli era considerato un maestro della scultura contemporanea, le sue opere: dalle drammatiche sculture in bronzo e marmo rappresentazioni di teste o figure virili ai totem, ai calendari preistorici o alle “porte” sono esposte in tutto il mondo ed è diventato famoso in tutto il mondo anche per le sue grandi opere con la Pietra del Finale. Ebbe il piacere e l’onore di fare anche una sua mostra al palazzo Ducale di Genova (4 settembre – 24 ottobre 1999).
 
 
Io ebbi il piacere di conoscere le sue statue e lui al lavoro un giorno che mi accingevo per la prima volta ad affrontare la salita al monte Castellermo per fotografare, di fronte e dall’alto, il paese abbandonato (allora) di Colletta di Castelbianco. Grande fu la sorpresa allorquando, dopo una delle tante curve che contornano la strada panoramica che porta a Vendone ed alla collina di Castellaro, vidi alte ed imponenti delle grandi “pietre”. Alcune erano proprio dei monoliti grezzi posati su un grande prato su una collina. Altre mi fecero pensare alle grandi statue dell’Isola di Pasqua. Altre ancora mi ricordavano alcune forme delle terre dei nativi delle praterie dell’Arizona o dello Utah. Mi fermai e scesi per vedere di cosa si trattava. Che le pietre fossero messe li da qualche artista straniero (dietro queste “cose strane” in Liguria spesso c’è un artista inglese o tedesco…). Guardai verso il sole per cercare di capire se una qualche forma di raggio solare avesse potuto disegnare delle ombre particolari come quando anni prima, quando vivevo e lavoravo in Inghilterra, facemmo il viaggio vedere di persona la “mitica” Stonehenge. Che stesse creando anche in terra di Liguria una piccola cerchia di monoliti come quella vista nell’affascinante terra di Salisbury Plain? Notai un signore che con grande energia lavorava intorno a queste statue e chiesi se potevo fare qualche foto. Avutone il permesso inquadrai e scattai. Non volevo disturbare oltre, ringrazia e salutai anche perchè mi aspettava una bella camminata di qualche ora per arrivare sulla cima del monte Peso Grande (altro nome del monte Castellermo). Solo più tardi seppi con chi avevo avuto il piacere di parlare vedere all’opera.
 
 
Quando mi trovai a collaborare per la rivista Liguri.net per la quale avevo in cura il design e la messa online del portale portappennini.it ebbi il piacere di conoscere lo scrittore Giovanni Meriana del quale avevo letto molti testi ed anzi molte gite, passeggiate ed escursioni fotografiche in Liguria avevano tratto ispirazione ed informazioni da diverse pagine e fotografie dei suoi libri. Un giorno Meriana mi consegnò le Cartoline da pubblicarsi in una qualche forma sul portale web della rivista e quindi oltre a preparare delle pagine dedicate con i testi e le foto decisi di preparare anche una presentazione che oggi può essere vista anche sotto forma di filmato (colgo l’occasione per ringraziare Giovanni Meriana per la sua fiducia e amicizia). Kriester viveva e lavorarava, per lunghi periodi, in Liguria già dal 1982 ed ormai si sentiva quasi adottato. “Lavorando” la pietra di Finale ha fatto conoscere in tutto il mondo questa piccola frazione del Ponente Ligure: Castellaro di Vendone, che a sua volta lo onorò come “cittadino onorario” nel 1999. E lo scultore riposa ora proprio nel piccolo cimitero di questa località, a due passi dalla parrocchiale ed ha una bella vista sui suoi monoliti bianchi realizzati in 30 anni di lavoro. Ed oggi alle pendici del Castellermo, in mezzo ai vigneti e agli olivi, esiste un tempio a cielo aperto con statue e megaliti che ricordano gli antichi culti dei liguri.
 
 
Le sue opere osservano maestose il paesaggio cercando di passare, inutilmente, inosservate tra le fasce con in lontananza il mare e la Piana di Albenga La moglie Cristiane, che ebbi il piacere di conoscere, fu (Cristiane Dass Kriester Meyer è mancata a Berlino nel 2020) modella, scrittrice, giornalista ed esperta d’arte e curò la memoria del marito e delle sue opere con eventi ed iniziative sulla collina con l’antica torre saracena di Castellaro. Il compito di portare avanti la conoscenza del Parco delle sculture è ora affidato all’esperto d’arte Jean Marc Beyer con il quale si sposò in seguito. Prendetevi un po’ di tempo, rilassatevi e leggete con la musica di sottofondo per relax e mindfulness perche i testi e le foto sono qualcosa di unico e la bellezza delle parole di un importante scrittore ben si accompagnano alla potenza delle creazioni del grande scultore che fu Rainer Kriester.
 
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LIGURIA Luoghi Abbandonati CIMITERO VALDESE dei CEREGHINO – WALDENSIAN CEMETERY Of CEREGHINO

LIGURIA Luoghi Abbandonati CIMITERO VALDESE dei CEREGHINO – WALDENSIAN CEMETERY Of CEREGHINO
A volte, percorrendo il Levante della Liguria, si arriva in posti particolari come un piccolissimo e semplice cimitero abbandonato, con una storia molto interessante.
Siamo nei pressi di Favale di Malvaro e in un tranquillo boschetto tra i castagni si “narra” la storia travagliata della famiglia dei Cereghino, contadini ma anche musicisti e cantastorie della seconda metà del 1800, convertitisi al credo valdese e dei problemi che ebbero con la comunità cattolica di Favale di Malvaro.
Il luogo, molto picccolo ma significativo, ha consegnato questa famiglia alla storia anche perchè narra dell’amore tra Giuseppe Cereghino morto a 24 anni, e di Caterina Costa. Siccome non volevano seguire la fede cattolica il parroco di allora Don Cristoforo Repetti non volle sposarli, li osteggiò ed essendo andati a vivere insieme chiamò i carabinieri che li imprigionarono, nella torre di Chiavari per condotta immorale e cospirazione religiosa. Oggi sembra paradossale ma i tempi erano quelli. Furono però liberati poco dopo grazie addirittura all’intervento di un decreto del re di allora Carlo Alberto. Questo fatto fu però fatale a Giuseppe che mori dopo pochi mesi.
Conosciuti con il soprannome di Scialìn Andrea, Stefano, Antonio e Giovanni e Giuseppe Cereghino in inverno emigravano con le loro storie musicate verso il Piemonte e la Lombardia. In uno dei loro viaggi arrivarono a Torre Pellice dove iniziarono ad appassionarsi a quello che predicava la comunità Valdese e che si basava sulla Bibbia. Tornati a Favale cominciarono a parlare ai loro compaesani dove trovarono diverse persone che li ascoltarono. Costruirono così una chiesa (oggi è proprietà privata ma il proprietario ha avuto il grande pregio di ristrutturarla il minimo necessario e mantenendo allo stato originale gli ambienti) dove Stefano Cereghino venne nominato pastore e arrivando ad avere fino a oltre 110 fedeli.
Le loro canzoni sono tornate ad essere suonate grazie alla scoperta dei fogli originali da parte dei musicisti de “Il Gruppo” che ne hanno eseguito diverse ballate e che sono suonate anche dal gruppo “La Rionda”, che per alcune versioni è affiancato da Max Manfredi, rendendole ancora più suggestive.
Il posto merita la visita anche perchè è incastonato nei boschi in località Castello nella bella valle di Malvaro in Fontanabuona con la cornice dei monti Pagliaro tra i torrenti Arena e Castello e nei pressi del monte Ramaceto sull’Alta Via dei Monti Liguri.
Se ci andate fatelo con il dovuto rispetto dovuto a questi luoghi e se credete in qualcosa, qualsiasi sia il vostro credo, un piccolo pensiero potrà forse essere di conforto alle traversie che hanno dovuto passare.
Fortunatamente e finalmente nel gennaio di quest’anno Favale ha visto la posa di una targa ricordo come simbolo di “riappacificazione”.

Notizie storiche da un mio articolo, del luglio-dicembre del 2004, pubblicato sulla rivista R Ni d’Aigura (Il Nido d’Aquila) e per chi fosse interessato a saperne di più può andare al link http://www.enricopelos.it/articles/i%20cereghino%20e%20le%20loro%20canzoni%20itineranti%20di%20enrico%20pelos.pdf

LIGURIA Luoghi Abbandonati CIMITERO VALDESI CEREGHINO

 

LIGURIA Luoghi Abbandonati CIMITERO VALDESI CEREGHINO

 

LIGURIA Luoghi Abbandonati CIMITERO VALDESI CEREGHINO

Sometimes, along the Eastern Liguria, we arrive at a particular location such as a very small and simple abandoned cemetery, with a very interesting history.
We are near Favale di Malvaro and in a quiet wood between among chestnut trees you can now know the troubled history of the family of Cereghino, peasants but also musicians and storytellers of the second half of 1800. They converted to the Waldensian church and the problems they had with the Catholic community of Favale di Malvaro.
The place is very small but significant, this family has handed down in history because it also tells of the love between Joseph Cereghino died at age 24, and Catherine Costa. Since they do not want to follow the Catholic faith, then the parish priest Don Christopher Repetti, he would not marry them and as they start to live together he called the gendarmes that imprisoned them in the tower of Chiavari for immoral conduct and religious conspiracy. Today it seems paradoxical, but the times were those. But they were released shortly after even thanks to a decree of King Carlo Alberto. This fact, however, was fatal to Joseph, who died a few months later.
Known by the nickname od “Scialìn” Andrea, Stephen, Anthony and John and Joseph Cereghino in winter emigrated with their stories and music to Piedmont and Lombardy. In one of their travels arrived in Torre Pellice where they began to have a passion for what was preached by the Waldesian community mainly based upon the Bible. Back in Favale began to speak to their neighbors where they found several people who listen to them. They built a church (today it is private property, but the owner had the great sensibility of decorating the minimum necessary and keeping its original state environments) where Cereghino Stefano was appointed pastor and they had more than 110 faithful.
Their songs are to be played back with the discovery of the original sheets from the musicians of “The Group” who have performed several ballads, which are also played by the group “La Rionda,” which for some versions is joined by Max Manfredi, making them even more suggestive.
The place is worth a visit because it is also nestled in the woods in the small part village named Castle in the beautiful valley of Malvaro in Fontanabuona with the back of the mountain Pagliaro, between the rivers Arena and Castle and near Mount Ramaceto along the Ligurian Mountains High Way.
If you go there, do it with the due respect to these places and if you believe in something, whatever your beliefs, a little thought will perhaps be of comfort to the hardships that they had to go.
Fortunately and finally in January of this year Favale saw the laying of a plaque as a symbol of “reconciliation”.

Historical information from an article published, of July-December 2004 in the magazine R Ni of Aigura (The Eagle’s Nest) and for those interested to know more can go to the link http://www.enricopelos.it/articles/i%20cereghino%20e%20le%20loro%20canzoni%20itineranti%20di%20enrico%20pelos.pdf which is in Italian but with a comprehensive resume in the English language.

 

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