Itinerario Liguria PEAGNA DI CERIALE Rassegna dei Libri di Liguria lungo La Via Iulia Augusta sul Blog di Trucioli

Peagna è un piccolo borgo sulle alture di Ceriale in provincia di Savona. Passava da queste parti l’itinerario dell’Antica Via Iulia Augusta. Fu lungo questa strada che i romani proseguirono per il loro trionfale cammino di conquista verso le Gallie e la Spagna…
Anni fa era ancora possibile trovare qualche contadino, a cui, chiedendo della storia della zona, raccontasse che ancora capitava di trovare qualche rudere o piccoli reperti a testimonianza del loro passaggio…
Ed è del 2014 la ricorrenza del Bimillenario della sua costruzione, essendo essa stata iniziata tra il 12 e il 14 a.C. L’imperatore era allora Giulio Cesare Ottaviano Augusto e da lui prese il nome la strada che volle costruire per collegare Piacenza ad Arles… e la sua apertura fu possibile perchè i romani avevano conquistato le Alpi Marittime e vinto le temibili, anche per loro, tribù dei Liguri.
Il nome di Peagna sembra derivi proprio dalla sua posizione lungo l’antico percorso perchè ha origine da “peda mea” ovvero transito, passaggio o guado. Poco lontano dal centro della frazione c’è l’antica fonte Anthia e secondo la tradizione il borgo accolse gli abitanti della vicina frazione di Capriolo che dovettero fuggire, nel tardo medioevo, per un’invasione di formiche rosse (la stessa sorte toccò all’antico nucleo nascente dell’odierna Alassio sempre lungo il percorso della ‘antica Via Iulia Augusta).
Dopo la chiusura dell’unico negozio la frazione, che è raggiungibile da Ceriale in pochi minuti, sembrava destinata ad un declino che avrebbe potuto farla diventare uno dei Luoghi Abbandonati del nostro entroterra. Fortunatamente la vicinanza al mare, i terreni circostanti utilizzati a coltivazione, la quiete ed il silenzio del paesaggio circostante, fecero in modo che, a poco a poco, venisse “riscoperta” da molte persone.

Uno degli antichi edifici è utilizzato come sede dell’Associazione degli “Amici di Peagna” che cura La “Rassegna dei libri” nella Casa Girardenghi. La rassegna, con mostre e serate culturali a tema, aveva molti ospiti interessanti e spesso anche famosi, che la fecero conoscere sempre più in ambito regionale, nazionale ed internazionale. Molte case sono state restaurate, sono stati costruiti un parcheggio ed un luogo per rappresentazioni teatrali all’aperto.
La chiesa parrocchiale restaurata durante i 60 anni da parroco di don Fiorenzo Gerini (l’antica chiesa dedicata a S. Giovanni Battista è atigua) con la sua bella facciata dà sulla piazzetta pedonalizzata. Uno dei vecchi frantoi è diventato un B&B e lo spazio delle serate culturali è oggi diventato l’Auditorium dedicato all’amico Gianfranco Ascoli che per anni, insieme alla moglie Ferdinanda Fantini, fu uno dei promotori più attivi di tutte le manifestazioni culturali del borgo; insieme al Presidente Prof. Franco Gallea (vera memoria storica della Liguria ma non solo…), all’allora Vicepresidente Craviotto, molti altri e patrocinata dal Comune di Ceriale. Quanto tempo è passato da quelle serate insieme. Le prime volte ci andai anche con mio cognato Giovanni che pensava proprio di venire ad abitare nel borgo. In una delle serate, quella del 2003 feci una mostra fotografica con una presentazione multimediale (una novità per allora) ed alcuni interventi insieme all’amico scrittore Ippolito Edmondo Ferrario che più tardi mi avrebbe ben descritto come il fotografo “Selvadego” dei monti liguri nel suo bel romanzo “Miracolo a Castelvecchio di Rocca Barbena”.

Le case e le stradine di Peagna sono quasi tutte pedonali e tutto è tranquillo e tipicamente caratteristico del borgo ligure, con le sue creuze con panorami sul mare da prestarsi bene come set di un film.
È possibile la visita anche di un museo di importanti reperti fossili trovati nel vicino Rio Torsero. La frazione fu anche interessata dalle invasioni dei Saraceni ed ogni anno la Sagra dei Turchi è uno degli avvenimenti principali a ricordo di quei fatti antichi.

Peagna è interessante anche per gli amanti di escursioni, e trekking in quanto è un ottimo punto di partenza per delle belle passeggiate di interesse storico, paesaggistico ed ambientale come ad esempio, la più bella a mio parere, che porta al Santuario di Monte Croce o di Balestrino, dove narrano le cronache, apparve la Madonna, e dalla quale si può godere della vista panoramica sull’antico borgo abbandonato e volendo proseguire, che porta poi al forte di Poggio Grande, un tempo oggetto di parziale restauro ma oggi, de facto, un Luogo Abbandonato dove però verso sera è possibile incontrare la fauna dei boschi composta da agili e fuggenti caprioli. Altra passeggiata interessante è quella che porta alla Valle del Rio Ibà.
Consiglio di andare a Peagna al tramonto perchè il crepuscolo rende il luogo più suggestivo e dalle immediate alture si può avere un panorama unico verso l’isola Gallinara e sui monti circostanti.
Altre info sul blog di Trucioli

La strada aperta dai romani per le Gallie e la Penisola Iberica

Buona lettura e visione da un Socio Onorario degli “Amici di Peagna” e creatore del primo sito web della “Rassegna dei Libri di Liguria” (design & online per oltre 10 anni…)

Passeggiate al Ponente… PEAGNA di CERIALE la frazione della Rassegna dei Libri di Liguria

Peagna è una piccola frazione di Ceriale (Sv) incastonata tra monti percorribili da molti sentieri e con splendidi panorami sul mare e sulla costa. Una di queste pescursioni conduce anche al Santuario di Balestrino ed un altro ad antichi forti.
Essa è la località dove, tra le altre cose, viene organizzata ogni anno, dall’”Associazione degli Amici di Peagna”, la “Rassegna dei Libri di Liguria”. L’associazione è stata condotta sin dalla fondazione e per molti anni dalla guida esperta del Prof. Gallea, una delle più preparate “memorie storiche” della Liguria, ma non solo.

Per alcuni anni ho partecipato collaborando all’organizzazione con Gian Carlo (Ascoli) con la creazione di un sito e la preparazione delle prime elaborazioni informatiche e digitali per l’web delle fotografie di molte serate. Ho partecipato ad alcune serate anche come espositore di mostre fotografiche a tema con mie fotografie e slideshow multimediali. Per questo ed altri motivi nel 2008 sono stato nominato, “Socio Onorario”. In una delle serate in cui fui anche uno dei relatori, conobbi ed apprezzai il bravissimo scrittore Ippolito Edmondo Ferrario con il quale diventammo amici al punto che mi volle far diventare uno dei protagonisti di un suo bel romanzo nel quale mi descrisse molto bene.
Queste e molte altre cose mi sono venute in mente quando, oggi dopo molti anni, sono tornato a passeggiare per le stradine della frazione fino ad arrivare all’auditorio ora intolato a Gian Carlo e dove ho conosciuto anche molti “Amici” come Beppe Rizzo, Craviotto, il Prof. Benzi per citarne solo alcuni dei quali ho un bel ricordo.

 

 

la panchina rosa

il B&B

l’auditorium dedicato al caro amico Giancarlo Ascoli che ci ha visto tante volte insieme.

Ciao Giancarlo e Ferdinanda.

Questi pensieri e fotografie come piccolo contributo alla conoscenza di un piccolo Borgo di Liguria che mi ha dato tante e mozioni. E come a me a tanti altri prima di me. Con l’augurio che possa accadere, nonostante le brutte giornate di questo periodo di covid-19, per molte altre persone negli anni a venire.
Grazie Peagna.
Ciao Gian Carlo e Ferdinanda.



l’antica chiesa

panoramica dai monti

Scende la sera su Peagna. E’ notte in Liguria…

enricopelos site

facebook

passeggiatealevante

luoghiabbandonati-abandonedplaces

staglieno.it

“MIRACOLO A CASTEVECCHIO DI ROCCA BARBENA” presentazione del libro di Ippolito Edmondo Ferrario

Nella suggestiva piazzetta di Castelvecchio di Rocca Barbena, uno dei “Borghi più belli d’Italia”, ho partecipato ieri, 29 giugno 2013, alla bella presentazione del libro “Miracolo a Castelvecchio di Rocca Barbena” scritto dall’amico Ippolito Edmondo Ferrario. Il simpatico ed arguto giornalista Marco Vallarino ha illustrato gli argomenti inerenti al libro ed intervistando anche l’autore. E’ seguito quindi un ricco buffet offerto da alcune realtà agricole ed alimentari presenti sul territorio. Non avrei potuto non partecipare, visto anche che l’autore mi ha inserito tra i personaggi: sono il fotografo “Selvadego” dei monti liguri, del suo libro.
Una cena in compagnia di amici in una nota trattoria ha fatto proseguire la serata in modo simpatico ed interessante che, grazie anche alla disponibilità dell’Amministrazione del borgo, all’organizzazione di Giampy Badino e della Pro Loco, mi ha dato modo di ritornare, dopo alcuni anni in uno dei posti più belli ma anche a me più cari della Liguria.

La presentazione del libro nella suggestiva piazzetta di Castelvecchio di Rocca Barbena

CASTELVECCHIO di ROCCA BARBENA

Il giornalista Marco Vallarino illustra gli argomenti inerenti al libro ed intervistando anche l’autore.

CASTELVECCHIO di ROCCA BARBENA

Ippolito Edmondo Ferrario l’autore del libro “Miracolo a Castelvecchio di Rocca Barbena”

CASTELVECCHIO di ROCCA BARBENA

La presentazione del libro nella suggestiva piazzetta di Castelvecchio di Rocca Barbena con lo sfondo dell’antico castello dei marchesi Clavesana (oggi proprietà privata)

CASTELVECCHIO di ROCCA BARBENA

Borgata Abbandonata di Stra ad est di Castelvecchio di Rocca Barbena
(Qui nel podere Campodonico sgorga l’acqua del “Miracolo a Castevecchio di Rocca Barbena” del romanzo di Ippolito Edmondo Ferrario…)

CASTELVECCHIO di ROCCA BARBENA

more on

>   SITEPUBLICATIONS

MIRACOLO A CASTELVECCHIO DI ROCCA BARBENA il nuovo romanzo di Ippolito Edmondo Ferrario

Forse per la prima volta, a quanto mi risulta, un fotografo di Liguria è descritto in un romanzo che si svolge in terra ligure.
L’autore è l’amico Ippolito Edmondo Ferrario, che ringrazio per l’avermi inserito tra il “cast” dei personaggi del libro, e che così mi introduce:

“All’imbrunire, un uomo di età indefinibile … scendeva silenzioso dalle montagne che sovrastavano Castelvecchio di Rocca Barbena. Vestiva come un cacciatore, con una camicia colore della macchia mediterranea, accoppiata a pantaloni mimetici con ampi tasconi e scarponi da trekking che avevano macinato chilometri. Al collo portava una macchina fotografica Nikon. Si muoveva con naturalezza, saltando fra rovi, cespugli, arbusti, in una specie di danza che conosceva solo lui e gli animali del bosco abituati a quelle pendenze. Di tanto in tanto si fermava, osservava l’orizzonte e rimaneva come in ascolto. Quando il suo istinto glielo suggeriva, scattava qualche foto e riprendeva il cammino. Era Enrico Pelos, ma per tutti era Pelos il Selvadego, fotografo genovese conoscitore di tutte le montagne liguri e della gente che le abitava. Diverse persone, specie nei paesi di montagna, asserivano di averlo visto più di una volta, di conoscerlo personalmente, ma in realtà erano davvero pochi ad averlo avvicinato. …

miracolo a castelvecchio di rocca barbena_locandina

… Discreto e riservato, si era guadagnato l’appellativo di Selvadego proprio per la sua capacità di trascorrere più giorni sulle montagne senza avere rapporti con altri uomini, vivendo nella più totale solitudine e imitando nell’immaginario collettivo la figura dell’homo selvadego. Cibandosi di castagne, frutti di bosco e di quello che la natura offre, Pelos il Selvadego poteva vivere nel più completo isolamento anche per più settimane di seguito, diventando tutt’uno con l’ambiente naturale. Dormiva con il suo sacco a pelo in una piccola tenda, ma a volte, nelle belle e miti sere d’estate anche all’aperto, senza avere mai timore che gli potesse capitare qualcosa. Pelos il Selvadego considerava le montagne la sua prima casa, la sua naturale dimora al contrario della sua casa di Genova, un appartamento all’interno di un condominio. La vita cittadina gli stava stretta, gli toglieva l’ossigeno, si sentiva come un animale in gabbia e lo costringeva a prendere il suo pesante zaino per partire verso le montagne. L’idea di viaggiare, di andare tra i boschi e dimenticare per un po’ di tempo la città gli rendeva leggero il cuore, lo sanava da tutto”…

Ippolito si è fatto prendere un po’ la mano in modo simpatico … non è che girassi i monti proprio così … però però ci è andato vicino… e ha colto l’essenza del mio fotografare da “Selvadego”.

Grazie Ippolito.

more on

>   SITEPUBLICATIONS